Una scolaresca di marmocchi delle elementari a passo pesante e disordinato invade il tram come banditi all’assalto. Tutti poi alla ricerca di un posto libero. Azzannarsi, assalirsi, sopraffarsi, spingersi per un posto libero. L’educazione e l’istinto alla competizione si fanno vivi e presenti già a sette-otto anni, come a significare che chi rimane in piedi è uno scemo del villaggio.
Ma non se ne può più di questo chiasso fragoroso, una signora anziana cade quasi per terra.
Dov’è la maestra?
E’ là, è una vestita alla maniera alternativa, di quelle con i monili fatti a mano, la maxigonna.
Un signore protesta: “Ma dico, lei non sa far ottenere il silenzio!!!”
Basta, c’è bisogno un po’ di silenzio. Non può mancare mai il signore reazionario sul tram, quello che magari recita quella parte, ma poi, si chiude a chiave in casa e si fuma spinelli o cerca di entrare senza successo in qualche sito web pedofilo. Oppure tiene alta la televisione fino a tardi. Oppure urla: “Governo ladro” e non paga le tasse.
Però basterebbe cavare di tasca un revolver, il signore ha un revolver con sé, per legittima difesa, per difendersi contro tutti questi stranieri imperanti o contro le baby gang.
Via!!!
BANG! BANG!!!!! TA-TA-TA-TA!!!
Baby-BANG!!! Baby-BANG!
Giù come birilli, i bambini, la maestra. Sangue e fumo, carne e polvere.
“Mario Capanna ha fatto dei danni indicibili, se una maestra non riesce a ottenere il silenzio su un tram”, ecco il pensiero dominante.
Ancora qualche grido che resisteva in sottofondo, un brulicare sonoro leggermente fastidioso, l’ambiente era ancora da purificare…non c’era ancora silenzio assoluto.
L’autista ferma il tram.Pochi i passi, oltre la cabina. Inciampa e prima che cada è travolto da una scarica di proiettili, sul petto, nel cervello.
Ora finalmente c’è silenzio. Oh, beato silenzio. Il tram è fermo in mezzo alla strada, schizzato di sangue.
Le munizioni sono finite. Tutt’intorno odore di cadaveri caldi, sguardi vitrei persi nel vuoto.
E adesso, che fare? Mah sì…sfondare la porta e uscire, correre nel traffico, magari anche con il rischio di farsi ammazzare.
Le sirene, già si sentono le sirene.
“E’ un’attentato. E’ un fondamentalista islamico!!!”
Correre nel traffico. Il signore si sbarazza della pistola, fa il gesto dell’ombrello a tutti e la lancia via. La pistola cade qualche metro più avanti con un tonfo metallico. Un altro uomo la afferra. Nessuno può sapere che è un leghista con la fissa della legittima difesa.
“Vuole spararmi?”
“Perché no? Questa è legittima difesa…lei è un pazzo!”
Fine.
BANG!
Silenzio al quadrato. Silenzio d’oltretomba, da cui non può arrivare la risposta di quell’uomo. Era davvero un pazzo?