Momenti di cinema: “Tenebre”

Halloween impone per tradizione almeno la visione di un film serale o notturno di genere horror.

A tale proposito Tenebre uscì in questo periodo trentanove anni fa. Il 31 ottobre del 1982 era già nei cinema di molte città. Ma ai tempi la festa di Halloween era a noi sconosciuta, tranne che attraverso il film omonimo di John Carpenter, del ‘78.

Eppure spesso, anni dopo, mi è capitato spesso di rivedere questo thriller durante il periodo autunnale, molto spesso proprio la notte del 31 ottobre, in tempi più recenti. Ecco la ragione per il quale lo ripropongo oggi, come momento dedicato alla festa di Halloween.

Tenebre ha sempre avuto il suo momento nella mezza stagione, autunno o primavera e ha riempito col suo festoso orrore parte della mia vita. Non un film sul soprannaturale, ma abbastanza inquietante e spaventoso da meritare una menzione particolare.

Qual è la particolarità di Tenebre?

Quella di impressionare attraverso la luce del quotidiano, quella di rappresentare una morbosità latente nei volti dei personaggi, in particolare molte donne, che hanno un volto zingaresco, stregonico, ben nascosto dalla pulizia cosmetica, in una città futuristica, una fantomatica Roma moderna, bianca, irreale.

In particolare le due donne all’inizio del film, Jane (Veronica Lario) e la sua amica col foulard, sembrano due prostitute randage, che tramano qualcosa di diabolico alle spalle del protagonista Peter Neal (Anthony Franciosa), vi è una complicità tra le due che ha qualcosa di animalesco, fanno parte di un branco, di una setta segreta.

Jane osserva l’aereo partire e le scivola una lacrima, nascosto da un paio di lenti scure, La compare fuma a testa bassa, sembra una iena che si è appena saziata e osserva il pasto delle altre compagne.

Più avanti nel film, altre donne-dark, pelli bianche, rossetti accesi…..un maniaco da una vocetta sibilante le apostrofa “pervertite”. Le uccide con una violenza spiccata e nervosa e poi le fotografa morte, Una morbosità anche qui che mette i brividi.

Elsa, una donna da profondi occhi verdi, che viene aggredita a sorpresa da un barbone, viene punita con la morte per aver rubato un libro, lo stesso “Tenebre” che dà il titolo al film. Poi c’è Tilde, una giornalista lesbica, una donna fallica e femminile al tempo stesso.

Il delitto sacrificale ha qui la sua ragion d’essere. Un’altra ragazza punisce un suo pretendente con un tacco rosso fetish in bocca. E’ probabilmente una Mistress…ma più avanti sarà lei stessa punita per questo suo gesto (non si sa da chi).

Un critico magrolino, baffetto, dall’aria un po’ hitleriana vive in una villa da mille e una notte in pieno Eur a Roma, è morbosamente attratto dallo scrittore Peter Neal, si professa cattolico ma è per il divorzio e l’aborto. Il suo volto è quello di John Steiner, un attore britannico che ha più volte interpretato ruoli da cattivo e da terrorista. I suoi occhi azzurri ricordano la follia, i suoi modi molto affettati sono ipocriti.

Tutti i personaggi di Tenebre sono equivoci, nulla è ciò che appare. Sono le tenebre della nostra anima a farla da padrone.

Il giallo è un pretesto, il protagonista è l’oscurità delle nostre ombre…e naturalmente il sangue.

Una “strana festa colorata” come Dario Argento aveva definito il film.

Ricordo sempre il manifesto, questa donna sgozzata vista supina, ricavata da un fotogramma del film e poco sotto “vietato ai minori di 18 anni”.

Nel 1982 un thriller v.m.18 era un film terribile, violento. Indubbiamente uno dei più film violenti e inspiegabili di Dario Argento.

Uno delle tante volte che vidi questo film fu nel novembre del 1989….i miei mi avevano lasciato solo in casa per andare a prendere una nostra parente in stazione.

Fu uno forse dei momenti più emozionanti della mia vita (che ricordo con affetto) L’indomani feci fatica a dimenticarmi tutti questi volti morbosi, la voce dell’assassino, il sangue……

Perché consiglio Tenebre?

  • Ha un’eccellente fotografia e bellissime inquadrature.
  • E’ un thriller pazzo, che viola se stesso, non vuole essere etichettato.
  • Va contro al perbenismo.
  • Fa imparare la parola “perversione” a chi non la conosce.
  • Ha quasi quarant’anni ma è ipermoderno.
  • Ci sono tante belle donne, la ex amante di Craxi e la moglie di Berlusconi.
  • C’è musica techno, che nell’ 82 era da avanguardia.
  • Ovunque e comunque non può lasciare indifferenti, anche a distanza di anni.

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