Da sempre, in un paese come il nostro, dove parecchie persone si vogliono cimentare a scrivere per diletto, sorgono spesso spontanee alcune domande, come appunto “Scrittori si nasce o si diventa?”.
Cercherò ora di rispondere brevemente a tutti quelli che desiderano intraprendere l’attività di scrittore o ne sono semplicemente curiosi. Molti vivono qualsiasi attività editoriale come un vero e proprio lavoro e si chiedono legittimamente se bisogna esserci portati o no. Non sarà certo la prima domanda a cui risponderò sull’argomento e aspettati da me delle risposte più che sconvenienti e controcorrenti sull’argomento. Alcune cose potranno essere brutali, forse, ma non ti impressionare.
Cominciamo subito….
Per fare qualsiasi cosa ci vuole vocazione, anche per fare il cameriere.
Credo fermamente che ciascuno debba avere il proprio spazio nel mondo e me ne infischio se vado contro alla mentalità della flessibilità e dell’adattamento, tanto in voga oggi.
Ma torniamo a bomba…Porsi dei quesiti circa l’essere scrittore significa soltanto una cosa: che tu sei soltanto un estraneo al mondo letterario e creativo e che non ti ritieni uno scrittore. Quindi? Devi pensare onestamente da dove ti viene il bisogno di scrivere. Il bisogno di scrivere deve assolvere un’esigenza che dev’essere chiara (far sapere di te, informare, far emozionare?)
VUOI ESSERE UNO DI QUEGLI SCRITTORI/GIORNALISTI CHE GUADAGNANO SUBITO?
Scollega subito la funzione personale e soggettiva dello scrivere al marketing! Prima decidi chi vuoi essere e cosa vuoi scrivere e poi penserai al guadagno. In realtà decidere è un termine improprio. Chi nasce scrittore non deve decidere nulla….la decisione spetta a chi non è uno scrittore. Diventare uno scrittore è però qualcosa di forzato, anche se non impossibile. Bisogna comunque, in ogni caso, piacere a se stessi, e poi vendersi al mercato. In sostanza, se parliamo espressamente di scrittura creativa il primo passo da compiere è fottersene del mercato! Tanto la premessa è che gli italiani scrivono molto e leggono poco (un controsenso sul nascere, che non è di aiuto a nessuno).
PER DIVENTARE SCRITTORI BISOGNA FREQUENTARE DEI CORSI?
Dal profondo del mio cuore, mi sentirei di dire: “NO”. Con più razionalità direi invece di sì. Il corso serve comunque a dare dei rudimenti a chi ha letto o scritto poco, a chi ha avuto un pessimo insegnante di letteratura. Ma se uno ha letto poco per quale ragione dovrebbe diventare uno scrittore? Su che base si fonderebbe la sua curiosità dello scrivere? Esistono certo dei talenti naturali come i prodigi della musica o della pittura che hanno uno stile personale senza averlo ricavato da nessuno, ma sono pochi! Ma una base grammaticale e stilistica ci vuole comunque. E’ comunque innegabile che uno può diventare scrittore anche senza aver fatto corsi specifici di scrittura creativa o giornalistica, però, deve avere studiato, deve essere abituato al ragionamento, alla lettura.
Inoltre…..
L’ ARTE DEGLI SCRITTORI E’ LA CAPACITA’ DI OSSERVARE
Gli scrittori solitamente raccontano storie, ma ovviamente, devono crearle queste storie. La scrittura in verità è il processo finale che mette in forma immagini e avvenimenti, un po’ come il pennello per una natura morta.
Uno scrittore che si pone il problema di cosa scrivere non è uno scrittore, non nasce tale. Ma non può neanche diventarlo, il problema del cosa scrivere si porrà ogni volta anche se uno dimostra di conoscere alla perfezione le tecniche creative, esattamente come può esistere la differenza tra chi in musica è soltanto un buon esecutore e chi un compositore. Uno scrittore può prendere idee da altri, ma in definitiva non deve dimenticarsi di essere sempre se stesso. Perciò, comincia a domandarti se avevi difficoltà a incominciare un tema a scuola….
Ho sempre detestato anche la famosa frase: “Sì, vorrei scrivere, ma non ho tempo”. Se non trovi il tempo, se non ti svegli di notte non sei uno scrittore e forse non credi così tanto in te da poterlo diventare. Io per seguire un’ispirazione ho smesso di studiare alla vigilia dell’esame di maturità, tanto per dire.
La scrittura è primariamente un bisogno di comunicare, quindi c’è anche un piacere e un bisogno nel farlo. Un entusiasmo, direi vitale.
Ragion per cui la dote dell’osservazione degli altri delle cose, unita all’arte della fantasticheria, una grande capacità introspettiva fanno il resto……La solitudine aiuta, il bisogno di avere un ipotetico compagno virtuale a cui raccontare quello che capita, le proprie emozioni. La solitudine (non solo fisica) ci dà le giuste parole, la voglia di uscire dal silenzio.
SI PUO’ SCOPRIRE LA VOCAZIONE ALLA SCRITTURA?
Certo, si può risvegliare in qualsiasi momento, ma l’impegno e la dedizioni profusi verso la scrittura non devonoessere una costrizione, ma un piacere. Si lavora sempre per piacere, nell’arte.
In un altro post vi racconterò perché mi piace scrivere e come ho cominciato a scrivere.
Nel frattempo potete scrivere nei commenti se vi piace il mio modo di scrivere (non vi ho detto se ho frequentato scuole, quindi giudicate voi, senza condizionamenti).